Un saluto a Ama Tapontsang Adhe - portavoce dei diritti umani in Tibet
Ama Tapontsang conosciuta anche come Ama Adhe o meglio l'eroe dei diritti umani in Tibet costati più di 27 anni di carcere.
Ispirata dal suo spirito indomabile e di ricchezza nei valori per cui ha combattuto, come la libertà e la dignità del suo popolo, Ama Adhe è diventata famosa in tutto il mondo come simbolo di resistenza, coraggio e patriottismo tibetani.
Oggi 3 Agosto 2020 si spegne una grande donna all'età di 88 anni nella città di Dharamshala (Città Indiana dove vengono accolti gli esuli tibetani).
Data nel 1932 trascorre 27 anni in una prigione cinese per aver fatto valere i propri diritti ed essersi opposta all'occupazione cinese alla fine degli anni 50.
In una vecchia intervista, ha descritto il suo sentimento di terrore nel vedere i cinesi armati.
Ama Adhe e suo marito pianificarono una fuga a Lhasa, ma suo marito fu avvelenato dai cinesi prima che potessero andarsene.
Ama allora decise con altre donne di aiutare gli uomini tibetani che stavano combattendo contro i cinesi fornendo loro cibo e provviste.
La ribellione fu schiacciata e donne, uomini e molti monaci furono arrestati.
Alcuni dei più forti come Ama Adhe furono portati in una prigione a Changshita, in Cina.
Solo quattro delle 300 donne in quella prigione sono sopravvissute portate alla disperazione della fame e dai lavori.
Ama Adhe era una delle tibetane che scontarono le pene detentive più lunghe, furono 27 anni e terminarono solo quando Deng Xiaoping (politico militare del PCC durante Mao Zedong e succ) perdonò i prigionieri politici.
È stata rilasciata nel 1985.
Durante la sua vita in esilio, ha raccontato attivamente storie di vita sotto l'occupazione cinese e di migliaia di prigionieri tibetani che sono morti sotto l'oppressione cinese.
Fuggì in India nel 1987 e fece di McLeod Ganj, sede in esilio di HH Dalai Lama e dell'amministrazione tibetana, la sua casa.
Nel 1997, ha pubblicato un libro intitolato "Ama Adhe: la voce che ricorda: la storia eroica della lotta di una donna per il Tibet libero", che descrive le condizioni strazianti della sua detenzione.
[Fonte Tibet.net]
RIP
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